Da alcuni anni la scuola dell’infanzia artefice di questo progetto è intitolata a Bruno Munari e, grazie ad un costante percorso di formazione, propone attività didattiche che seguono il suo metodo pedagogico. Parlare di Bruno Munari non è certo semplice. Per farlo, si possono usare le sue stesse parole, tratte dal libro “Fantasia”: “[…] Nei primi anni della sua vita l’individuo si forma e rimarrà tale per tutta la vita. Dipende dagli educatori se questa persona sarà creativa o se sarà un semplice ripetitore di codici. Dipende da questi primissimi anni, dall’esperienza e dalla memorizzazione dei dati, se l’individuo sarà libero o condizionato. Gli adulti dovrebbero rendersi conto di questa grandissima responsabilità dalla quale dipende il futuro della società umana”.
Munari, quindi, promuove lo sviluppo della fantasia e della creatività dei bambini, che non sono qualità innate ma che possono essere potenziate con la conoscenza, cioè il repertorio di informazioni della realtà a loro disposizione. Di conseguenza, tanto maggiori saranno i dati a disposizione del pensiero, tanto maggiori saranno nei bambini le possibilità di intrecciare relazioni e di pensare idee nuove ed originali. La metodologia della scuola è quindi centrata sull’idea di un bambino competente. L’ambiente è luogo di esperienze tanto di tipo cognitivo quanto affettivo, emotivo, interpersonale e sociale. Il nostro fare pedagogico si basa sull’esperienza, sul gioco, sulla condivisione e sulla narrazione, vere e proprie fonti di apprendimento.
Nel progetto sono state coinvolte due sezioni del plesso, la F e la D, rispettivamente di 3 e di 5 anni. L’obiettivo che le insegnanti si sono poste è quello di incentivare la capacità progettuale e creativa dei bambini, dando loro modo di utilizzare materiali di scarto per costruire qualcosa di personale, sia cose reali – oggetti, manufatti, composizioni – che immaginarie – storie, situazioni. Hanno cercato di stimolare la curiosità dei bambini e la loro naturale capacità di vedere gli oggetti da una prospettiva diversa. L’itinerario di lavoro è diventato anche occasione di sensibilizzazione alle tematiche ambientali promosse dall’Agenda 2030.