Il cortometraggio presentato è frutto di un percorso di studio in chiave interdisciplinare delle ombre, figure che ci accompagnano ma che raramente osserviamo con attenzione.
In prima battuta, i ragazzi sono stati guidati in un brainstorming proprio sul tema “ombre” cercando di collegare emozioni, osservazioni empiriche e preconoscenze. L’emozione principale che è emersa è stata la paura: i ragazzi sono stati invitati a individuare una loro paura e a rappresentarla su una maschera di cartoncino. A casa hanno scattato alcune foto in cui la loro ombra interagiva con l’ombra della loro paura. È stata l’occasione per iniziare le prime osservazioni scientifiche sulle ombre: cosa accade se allontano o avvicino la fonte di luce, per esempio. In classe sono state fatte osservazioni di tipo geometrico sulle ombre, anche attraverso un quadrettato di legno e figure geometriche esposte al Sole e alla luce di una torcia. I ragazzi hanno misurato e confrontato le lunghezze delle ombre rispetto alle figure di partenza, verificando di volta in volta se si conservasse o meno il parallelismo e scoprendo le proprietà invarianti delle ombre generate.
Successivamente è stata utilizzata una tela elastica per generare figure affini, paragonando lo “stiramento” delle figure disegnate sulla tela a quello delle ombre durante una giornata di sole. Non solo: le osservazioni geometriche hanno condotto i ragazzi all’analisi di quadri e opere appartenenti a diverse epoche: papiri egizi, arte medievale, opere di Giotto, Martini, Uccello, Piero della Francesca, Leonardo da Vinci, il Perugino, Dürer. Gli studenti hanno confrontato le opere ponendo particolare attenzione alla rappresentazione della realtà tridimensionale, scoprendo le caratteristiche della prospettiva, forti anche delle esperienze svolte con le fonti di luce. Con le ombre è stato introdotto il metodo delle proiezioni ortogonali, utilizzando una fonte di luce per proiettare sui piani fondamentali modelli di solidi.
A questo punto gli studenti hanno scritto una storia originale per raccontare tutto ciò che hanno scoperto durante le loro esperienze: è stata la base del cortometraggio, che è stato realizzato usando materiale già a disposizione dei ragazzi – fotografie e video delle esperienze fatte in classe – e nuovo materiale – creato tramite actioncamera, videocamera e kit per radioweb. Parte del cortometraggio ha visto l’uso della tecnica del teatro delle ombre, tramite teatrino “butai”.